[Il punto] 

 

Una Capitale liberata dai rifiuti: il regalo di Natale più desiderato dai romani.

 

Dopo l’incendio al TMB Salario - un impianto che, va ricordato, trattava circa ¼ dei rifiuti di Roma - la già critica situazione della raccolta, in tutte le sue declinazioni, è sull’orlo del collasso. Gli appelli lanciati dal Campidoglio, accolti a metà sia all’interno quanto all’esterno dei confini regionali, rischiano di cadere nel vuoto, ed ora il tempo stringe davvero, tiranno come sempre, per arrivare ad una soluzione quanto più possibile condivisa prima della paventata dichiarazione dello stato di emergenza, come comunicato dal Ministero dell’Ambiente. In un quadro generale asfittico, connotato da grandi punti interrogativi, quali quelli sul compostaggio, sulla quota di differenziata da raggiungere e, soprattutto, sull’assenza, o quasi,  di un concreto piano rifiuti in seno alla Regione Lazio, l’evento catastrofico del TMB presenta il conto, salato, aprendo uno sbalanco che impone un balzo da campioni. E però, proprio in un momento così delicato si sono manifestati anche i dissapori, le divergenze e le conseguenti schermaglie politico/amministrative che sopivano sotto pelle, neanche troppo. C’era da aspettarselo. Per prima la polemica sui termovalorizzatori si, termovalorizzatori no, discrimine che sta alla base degli stop già consegnati in tutta risposta alla richiesta di sostegno avanzata dal Campidoglio ad alcune regioni del nord. E adesso? Staremo a vedere. Intanto il Natale si avvicina, carico della consueta mole da record di rifiuti ad esso inesorabilmente collegati. 

 

[Alessandro Quinti]