L'editoriale



[Un mondo migliore] 

 

Un 2019 di salute e lavoro: un augurio scontato? Credo di no.

 

Eh sì, cari lettori, è proprio questo l’augurio che rivolgo a tutti voi, cittadini romani e non. L’unico augurio che avverto forte e chiaro dentro di me, e nelle corde di tutti coloro che faticano quotidianamente senza tuttavia raggiungere quella serenità di condizione umana che sta - o meglio dovrebbe stare - alla base di una sana convivenza civile e, per chi lo crede, religiosa. Sono tempi di magra, ce lo sentiamo ripetere da almeno dieci anni, bisogna avere pazienza, portare spesso le scarpe strette e ispirarsi a quel buon vecchio boom economico che tanti anni fa ha regalato al Paese prosperità e sviluppo. Ma no, sognare ad occhi aperti non può più bastare a nessuno. La cronaca ce lo insegna. Le proteste di piazza montano ad ogni piè sospinto, la fame e la sete di giustizia sociale aumentano in misura esponenziale, e nulla, neanche il Natale della buona tavola e dei colorati mercatini, è sufficiente a sedare la spasmodica attesa di un reale cambiamento di passo. Roma, la Capitale, rappresenta, per sua natura e vocazione, il crogiuolo, la cartina di tornasole, il gioco del 9, o come altro dir si voglia, di tutto ciò. La sintesi perfetta del bene e del male, del passato da dimenticare e del futuro da immaginare. È da qui che muove la politica centrale: quella del lavoro - che non c’è - quella della sanità - da riformare - quella dell’ambiente - da tutelare - quella della scuola - da implementare -. Ed è qui che pulsa l’ “Eterna” calda vena storica e artistica che “dovrebbe” alimentare un florido mercato, non solamente turistico, della cultura lato sensu. Ed è pertanto questa la città/luogo che deve dimostrare all’Italia intera la volontà vera di fare di ogni suo abitante un cittadino migliore e consapevole. Un 2019 luminoso per tutti. 

 

[Alessandro Quinti]


[Regali di Natale] 

 

Regali di Natale: quando si è - quasi - liberi di sognare.

 

“Ritornerà dicembre con il freddo e i temporali…confondono i ricordi i regali di Natale…”. Così canta Antonello Venditti nella sua bella canzone “Regali di Natale” di qualche anno fa (2009), brano accompagnato da un video, tutto girato nel centro della Capitale, in cui, tra l’altro, il protagonista maschile è proprio suo figlio Francesco.

Eh già, i regali di Natale. Pensieri e desideri che ognuno di noi custodisce - più o meno gelosamente - nel profondo del cuore, nutrendoli di energie positive affinché si possano un giorno trasformare in realtà. Piccoli, grandi, sentimentali, spirituali, materiali, essi assumono svariate forme e incarnano, molto più spesso di quanto si intenda riconoscere, la volontà di affermare pubblicamente convinzioni, speranze, e, perché no, sogni.

Tutto corre, tutto passa, ma sono loro, i ricordi, così come i regali di Natale, a rimanere sempre lì, ben piantati nella testa e nell’anima. Pronti a riemergere, a riaffiorare, a saltare fuori dai cassetti della nostra mente, come gli addobbi natalizi saltano fuori dagli scatoloni scrupolosamente stipati nelle cantine/soffite/dispense per un anno intero, in attesa del prossimo Natale. E allora ad ognuno di voi l’augurio che questo Natale 2018 porti con sé la costruzione di un ricordo; il regalo sognato, immaginato e amato magari da chissà quanto tempo. Buon Natale a tutti!        

 

[Alessandro Quinti]


[Campidoglio e dintorni] 

 

Ed ora si corre…destinazione Roma! 

 

È quello che ci auguriamo con tutto il cuore…! Perché archiviato il passaggio giudiziario che la vedeva coinvolta, la Sindaca della Capitale può finalmente girare pagina, come si evince già dalle sue prime dichiarazioni alla stampa. Bene, pare che ci sia una gran voglia di correre e di intraprendere il secondo tempo del mandato raccolto alle urne cambiando decisamente passo. A quanto si apprende, infatti, c’è aria di rimpasto e di una sorta di ritorno alle origini. D’altronde se non ora quando? È proprio questo il momento per dimostrare che dalle parole si può - e si dovrebbe - passare ai fatti senza ulteriori indugi. I romani sono lì, in attesa, seduti sul bordo del fiume - Tevere - come il cinese che, come narra la leggenda, si dice attenda così il passaggio del cadavere del suo nemico. E di nemici da neutralizzare ce ne sono tanti: rifiuti al collasso, verde in stato di abbandono e strade a colabrodo, per parlare solo dei primi classificati! Questa volta la pagella che i cittadini redigeranno sulla base delle risposte alle loro istanze, valutate evidentemente in termini di risultati, diventerà determinante per il reale proseguimento della legislatura in corso. E allora dai, forza: verifiche al programma, maniche rimboccate e persone giuste al posto giusto. Il momento è topico. Ripartite…ma soprattutto arrivate! Vi aspettiamo, ancora per un po’, fiduciosi... 

 

[Alessandro Quinti]


[Campidoglio e dintorni] 

 

È passata la nottata: Roma va avanti, speriamo! 

 

Oggi pomeriggio mi trovavo a Villa Torlonia, che ha riaperto da un paio di giorni dopo le verifiche rese necessarie a causa del forte maltempo delle scorse settimane. L’ho ri-trovata più bella di prima. Brillante e splendida, vivace e ben frequentata. Nei suoi noti spazi espositivi - Casino Nobile, Casino dei Principi e Casina delle Civette - sono in corso mostre affascinanti e per tutti i gusti, e con l'ormai rapido calar del sole l’atmosfera diventa vieppiù magica. Ero in fila - una notevole fila! - per richiedere la Mic card e in attesa, conversando come capita di fare in queste circostanze con i vicini, ho appreso la notizia dell’assoluzione con formula piena della Sindaca, da ciò che tutti sapete e di cui la stampa, in ogni sua declinazione, ha parlato fin troppo. Beh, devo dire che la sensazione percepita è stata di sollievo, a prescindere dal pensiero politico dei presenti, e questo mi ha fatto riflettere. Ma certo, una Capitale come la nostra, appesa a mille punti interrogativi da affrontare e soprattutto da risolvere, non può ragionevolmente esultare per qualcosa che avrebbe creato ulteriori rallentamenti, se non stalli, all’ordinaria - che di ordinario ha ben poco - amministrazione. E allora si va avanti, speriamo, per il bene comune dei cittadini residenti che si districano tra ritardi, disservizi e quant’altro la città riserva quotidianamente loro. Poco più tardi, percorrendo via dei Prati Fiscali in direzione Nuovo Salario ho avvertito distintamente, come innumerevoli altre volte, il nauseabondo fetore proveniente dall’impianto TMB Salario, che sta “disturbando” da tempo imprecisato il quadrante nord di Roma che va da Villa Spada/Fidene a Castel Giubileo, da Colle Salario a Serpentara a una parte di Nuovo Salario, per spingersi a Saxa Rubra da un lato e a Piazza Vescovio dall’altro. Sull’argomento potete trovare alcuni articoli in categoria ambiente e natura in città. Un problema serio, al centro di osservatori permanenti, proteste e richieste continue di monitoraggi; un’angoscia che tocca da vicino la salute pubblica degli abitanti. Il destino del TMB - che, ricordiamo, è un impianto per il trattamento meccanizzato biologico dei rifiuti non differenziati - è legato alla percentuale di raccolta differenziata. Se quest’ultima arriverà intorno a quota 70%, a quanto si apprende, sarà possibile ipotizzarne la chiusura o la riconversione. Altrimenti? È questo il duro terreno di scontro. Ed è solo un esempio, perché sono tante, nei vari territori, le criticità in attesa di ri-soluzione. E allora non resta che rivolgere un rinnovato augurio di buon lavoro agli inquilini del Campidoglio. Ancora una volta per il bene comune. 

 

[Alessandro Quinti]


[Il pranzo è servito] 

 

Ma non è sempre domenica…anzi, Natale! 

 

No, cari lettori, non è sempre domenica, e meno male, perché referendum consultivi come quello da votarsi domenica 11 novembre su Atac non sono morsi facili. Un argomento complesso e osservabile da vari punti di vista, e per questo indubbiamente di non intuitiva decifrazione. Ma tant’è. Ognuno voti dunque evidentemente secondo la propria indole e conoscenza. Che si voti però. Ogni volta che si è chiamati a farlo, infatti, è sempre importante esercitare questo sacrosanto diritto. Ma cosa c’entra il Natale dunque? Abbiate pazienza. In uno scenario come quello che in queste ore si sta delineando per il Governo della città, nelle più rosee previsioni, ciò che ci attende è probabilmente l’ennesimo stallo istituzionale, che solitamente non è mai foriero di sviluppo e di attività, per intenderci, di problem solving. E solo il cielo sà, invece, di quanto ce ne sarebbe bisogno! Da dove vogliamo cominciare? Beh, dai rifiuti, e nello specifico dalla questione TMB Salario, di nuovo al centro con le sue nauseabonde esalazioni, le immancabili proteste e, da ultimo, la richiesta di nuove verifiche sulle conseguenze legate alla salute pubblica della cittadinanza residente. E questo è il solo il primo piatto; a seguire la condizione drammatica delle strade, il degrado urbano e l’incuria del verde cittadino, e, dulcis in fundo, la disperata ricerca, non dell’Arca perduta, ma di una ricetta “percorribile” per curare una mobilità in-sostenibile che rende i romani prigionieri delle loro auto per ore imprecisate. Un menù a prezzo fisso che non vorremmo più vedere sulle nostre tavole. Il Natale quindi: non l’ho dimenticato, non temete. Eh già, perché con un tasso di disoccupazione ancora aggressivo e ostinato come quello registrato negli ultimi mesi - mentre realistici spiragli per repentine inversioni di tendenza appaiono pressoché utopistici - la “migliore offerta” arriva dai centri commerciali, che stanno cercando Babbi Natale ben retribuiti per le prossime festività. Santa Claus allora…un’occasione da non perdere...!  

 

[Alessandro Quinti]


[Fondi per Roma Capitale] 

 

La Capitale: un vaso di coccio tra i vasi di ferro. 

 

La decisione dell’esecutivo di tagliare dalla manovra economica i fondi destinati a Roma Capitale per il prossimo triennio, scelta annunciata nei giorni scorsi, ha provocato inevitabili polemiche e ripercussioni a livello centrale e locale. Il Campidoglio ha immediatamente lamentato l’ennesimo colpo basso ai danni dei cittadini, visto e considerato che buona parte di quei fondi dovevano essere destinati alla manutenzione delle strade: un’emergenza, che assieme a quella dei rifiuti, rappresenta una priorità non più procrastinabile, specialmente in determinati ambiti urbani. Di qui l’invito al Governo, da parte del Primo cittadino, a ripensare e correggere la traiettoria dei tagli, per non penalizzare ulteriormente le già difficili condizioni gestionali capitoline. Il monito, condivisibile, è quello di lavorare insieme, in sinergia, per il bene della Capitale, e non utilizzarla come strumento di lotta politica. Il momento, peraltro, è assai delicato anche per la posizione dello stesso Sindaco - com’è noto è attesa per il 10 novembre la sentenza che lo vede coinvolto -. La Capitale deve necessariamente essere un terreno di sviluppo, un grande laboratorio civile e sociale, e non un campo di battaglia su cui trascinare e declinare esercizi e giochi di potere. Dalle parole ai fatti è un adagio che non invecchia mai; ed ora è il momento della concretezza e della pragmaticità.

Roma ha bisogno di interventi seri e programmatici sui noti fronti emergenziali che la caratterizzano in negativo. Non c’è più molto tempo per le schermaglie, per i pesi e i contrappesi. Questo deve essere altresì il tempo delle contromisure efficaci e mirate alla risoluzione dei problemi e alla messa in sicurezza di una Capitale dissestata e spesso abbandonata a sé stessa. Pertanto l’unica ricetta commestibile è rappresentata dalla coesione, tra le forze politiche e in seno al Governo, in funzione e a garanzia di una sana vivibilità dell’urbe. Per il bene e il futuro della Capitale d'Italia.

 

[Alessandro Quinti] 


[Cittadinanza oggi] 

 

Alzheimer: una emergenza sanitaria e sociale. 

 

Da poche settimane si è celebrata, come ogni anno, la Giornata Mondiale dell’Alzheimer - il 21 di settembre - patologia degenerativa che segna per sempre i malati e coloro che li circondano. Abbiamo già avuto modo di parlarne in categoria Eventi e iniziative sociali, riferendoci appunto alla ricorrenza della Giornata Mondiale, a colui che ha scoperto il morbo, il medico e scienziato Alois Alzheimer, e al noto Villaggio Alzheimer sorto nel territorio del III Municipio, alla Bufalotta. Purtroppo si susseguono frequentemente casi di smarrimento di persone affette da questa malattia - la cronaca sulla stampa locale lo registra ampiamente - provocando ore e giorni di ulteriore angoscia negli animi dei congiunti, dei parenti e delle persone amiche. Siamo di fronte ad una vera e propria emergenza sanitaria, oltreché sociale, che induce in riflessioni sulla natura umana e, più in generale, sul nostro destino, personale ed affettivo. Direttamente o indirettamente vi sarà capitato di conoscere più da vicino una simile fattispecie. A me è accaduto, ed è per questo che scrivo le poche righe che seguono. Perché sento dentro di me tutta l’impotenza, ma al tempo stesso la forza, per invocare la massima attenzione e cura da parte delle Istituzioni competenti, e anche dell’opinione pubblica tout court, verso la sciagura procurata da un morbo che, gradualmente, cancella un’esistenza intera, fatta di volti, storie, avvenimenti, gioie, dolori. Un evento impressionante e drammatico senza limiti. In molti hanno cercato di raccontare e far comprendere l’entità del danno cerebrale arrecato dallo svilupparsi dell’alzheimer; testimonianze preziose ed utili per sensibilizzare - in misura omnicomprensiva - comunicare, allertare e spingere alla prevenzione all'insorgere dei primi sintomi. È l’unica strategia da adottare per intervenire perentoriamente cercando di rallentare la tragica escalation della patologia. I dati, ahinoi, in Italia e nel mondo, parlano da soli. Solidarietà e partecipazione sono logicamente sentimenti sempre auspicabili e ben accetti. Poiché, anche in questo caso, gli altri siamo noi.  

 

[Alessandro Quinti]


Editoriale speciale  

 

"Habemus Papam": in ricordo di Giovanni Paolo II.

 

Quarant'anni fa, quando nel pomeriggio del 16 ottobre 1978 i fedeli raccolti in Piazza San Pietro sentono il nome del nuovo Papa, in molti si interrogano su chi sia quest'uomo “chiamato da un Paese lontano” a raccogliere l'eredità di Albino Luciani, deceduto dopo appena un mese di Pontificato. 

Il nuovo Papa è un uomo dall'aspetto energico, ancora giovane, che pronuncia il suo primo saluto ai romani in un italiano stentato: “se sbaglio mi corrigerete”. Una frase che entra subito nel cuore dei fedeli, che rende immediata e istintiva la simpatia umana nei suoi confronti. 

Chi sia Karol Wojtyla, Papa Giovanni Paolo II, 264esimo successore di Pietro, i cattolici di tutto il mondo hanno modo di impararlo presto. E l'iniziale simpatia si tramuta rapidamente in un sentimento più forte, in un affetto profondo che non abbandona mai il Papa durante il suo lungo pontificatoUn affetto che porta potenti e umili a condividere le ansie per la sua malattia, a raccogliersi attorno a lui, ormai vecchio e piegato, nella speranza di trasmettergli nuova energia, a piangerlo come si piange un amico, una persona "di famiglia".

 

Nato a Wadowice, in Polonia, il 18 maggio del 1920, Papa Wojtyla conosce la ferocia nazista e la dittatura comunista. Lotta contro entrambe e la Storia gli dà ragione. Anche se la sua elezione avviene in un momento nel quale la divisione del mondo in "blocchi" sembra irreversibile, una realtà immutabile. E la scelta dei cardinali riuniti in Conclave viene interpretata da alcuni come una inutile e avventata sfida ad un equilibrio mondiale basato sulla contrapposizione Est-Ovest.

Primo Papa non italiano dopo 455 anni e primo slavo in assoluto, Karol Wojtyla ama affermare che ''nei disegni della Provvidenza non esistono mere coincidenze''. E forte di questa convinzione, imposta la propria missione seguendo una sola "logica", quella della fede e delle proprie idee.

La sua è una "rivoluzione" che tocca anche la stessa Chiesa e che si estende al mondo intero, a convinzioni e separazioni secolari. È il Papa che confessa pubblicamente e periodicamente i fedeli come un comune parroco. Il Papa che infila la ''fiteuah'', chiedendo perdono per la responsabilità dei cristiani nell'antisemitismo, tra le pietre millenarie del Muro del Pianto come un semplice ebreo. È il primo Papa a varcare la soglia di una sinagoga dal tempo degli apostoli, a Roma nel 1986. Il primo ad entrare in una moschea, a Damasco nel 2001, e a varcare la soglia di una chiesa luterana nel 1987. È Il Papa che va in vacanza e che scia in Cadore, il Papa che fa costruire una piscina a Castelgandolfo. 

L'elenco dei suoi primati è ancora lungo, a partire dalla durata del Pontificato, il secondo nella storia della Chiesa.

È definito il Papa viaggiatore: i suoi pellegrinaggi lo portano in terre lontane, dove mai un Pontefice è arrivato. Ha compiuto 30 volte il giro del mondo, coprendo una distanza pari a tre volte quella che separa la Terra dalla Luna. Quando viene eletto sono 108 i paesi che intrattengono relazioni diplomatiche con il Vaticano. A fine 2004 il numero sale a 175. Cifre significative che però diventano meno importanti davanti al vero "miracolo" di Giovanni Paolo II: quello di saper parlare ai giovani, di riportarli a dialogare con una Chiesa spesso percepita come lontana.

Muore in Vaticano il 2 aprile del 2005 e i funerali vengono celebrati l'8 aprile davanti a milioni di pellegrini confluiti a Roma da ogni parte del mondo. Si formano code chilometriche di persone che attendono anche 12 ore per vedere il feretro del pontefice. Il pianeta sembra fermarsi e le televisioni modificano i loro palinsesti per trasmettere quasi unicamente celebrazioni liturgiche, dirette da San Pietro e speciali sul Papa. Beatificato dal suo successore Benedetto XVI, il 27 aprile del 2014 viene proclamato Santo da Papa Francesco

 

 [Alessandro Quinti]


[Cittadinanza ieri e oggi] 

 

1943: un anno lungo un secolo. 

 

Il 1943 stato è un anno lungo un secolo, con due date che ancora ci portiamo dentro: il 25 luglio e l’8 settembre, il crollo del fascismo e il crollo del Paese.

Un anno crudele perché segnato da tante croci; umiliante per la sconfitta militare e morale, drammatico per l’Italia che si spezzò in due e per i giovani, costretti a scegliere da che parte stare.

Furono giorni gravi, tragici, terribili, ma ricchi di forza e di vita. Fu un anno speciale, una dolorosa ma stimolante avventura.

Si scelse per convinzione, per disperazione, per comodo, per caso, per dispetto, si scelse perché si doveva scegliere, da una parte o dall’altra, in un’Italia spaccata in due. Scelsero soprattutto i giovani, con la loro voglia di vivere prepotente e avida, crudele ma vulnerabile, con l’idea che la vita sia comunque un’avventura che vale.

Tante cose, tutte in un anno, e in un soffio, un sospiro nel tempo.

Sono passati settantacinque anni.

Ma era poi davvero un mondo così profondamente diverso da quello di oggi? Un mondo di sangue, di morte, di viltà, di offese all’uomo, ma anche di speranze, di riscatti, di illusioni.

Una cronaca di vita e di costume, con una chiave di lettura: l’Italia profonda nella sua quotidianità. Allora come adesso.

Il “come eravamo” dunque: gli aspetti della vita di tutti i giorni, gli entusiasmi, i drammi, le paure, le ansie, i sacrifici, le certezze, le illusioni. Uno spaccato dell’Italia, con la guerra che passa come una vertigine su una generazione e la travolge, la schianta.

I grandi fatti bellici e politici restano sullo sfondo, quasi un pretesto per riscoprire cosa significò un anno che disperse le famiglie e rapinò il sonno della notte e la quiete dell’alba. Un anno che mise gli italiani gli uni contro gli altri e che costò la vita a tanti uomini, donne e bambini: povera gente che “ha fatto il ‘43” in silenzio e lo ha pagato terribilmente caro.

Un anno che ha ancora tanto da insegnare. Un anno da non dimenticare.   

 

[Alessandro Quinti]


[L'aria che tira 

 

Quale mondo possibile per i romani onesti? 

 

Certo non è facile cominciare una nuova stagione - non mi riferisco a quella delle tante serie tv - respirando l’aria che tira: un uragano politico e amministrativo ripiegato su se stesso. È la somma che fa il totale, ci hanno insegnato a scuola, ma qui i conti non tornano. Raccolta rifiuti al collasso, verde pubblico in crisi di identità, trasporti esausti, corruzione mai sopita, scuole alla deriva, percezione della sicurezza ai minimi storici, mobilità in-sostenibile, anziani e disabili abbandonati a se stessi e alle loro famiglie. E potremmo continuare. Questo il ritratto, o meglio la fotografia, del mondo che viviamo ogni giorno. Quello che ci attende appena usciamo dalla porta di casa. Non per tutti s’intende, e non allo stesso modo, ma ragionando sui grandi numeri, registrando le abitudini e lo stile di vita del ceto medio-basso, il più penalizzato dalla Storia, tant’è. E allora che fare? Qual’è il mondo possibile per i romani "normali" e "onesti"? - tornando al titolo - e soprattutto un mondo così esiste davvero? Non vogliamo smettere di credervi, ma la tentazione ci assale a tradimento. L’impegno, la partecipazione, la condivisione social, sono tutti buoni argomenti per “tirare innanzi”, per tenere alto il morale della popolazione votante. Sursum corda (In alto i cuori) declamavano in latino gli antichi, ma ai giorni nostri, in lingua italiana, la “corda”, tirata un po’ troppo, si sta pericolosamente sfilacciando. C’è bisogno di risultati certi, di trasparenza, di giustizia sociale e di un pizzico di speranza e serenità: ricetta dai sapori di un tempo andato, che invece vorremmo far ritornare con forza e determinazione. Non molliamo dunque. Non lasciamo vincere coloro che barano, che prendono le facili scorciatoie. Non abbassiamo la guardia, non facciamoci cogliere dallo sconforto. La speranza è l’ultima a morire. Ma chi di speranza vive di speranza muore. È vero quindi che la verità sta nel mezzo - ho finito i proverbi! - e che pertanto solo con competenza, equilibrio, ragionevolezza e rispetto delle regole si può intravedere la luce in fondo al tunnel. Come Diogene, che con la sua lampada accesa girava per Atene in pieno giorno alla ricerca dell’uomo, cerchiamo e riconosciamo anche noi l’uomo onesto! Sarà nostro amico. 

       

[Alessandro Quinti]


Roma: la mia città. 

 

Roma: la mia città! La più bella del mondo. La più affascinante e la più controversa. Un microcosmo di tradizioni, usanze, vecchi e nuovi riti. Echi di ricordi carichi di nostalgia ma anche di rigenerata linfa vitale. La amo e la odio, perché la vorrei diversa: pulita, sobria, costruttiva, onesta: in una parola “vincente”! L’interesse e la passione per questa città mi spingono ad affrontare l’ennesima sfida editoriale della mia carriera professionale. Cercherò di farlo al meglio, insieme ai miei preziosi collaboratori. L’ambito merita infinitamente. E il vostro contributo, la vostra partecipazione, cari lettori, risulterà determinante al raggiungimento degli obiettivi prefissati da “RaccontaRoma”: un progetto culturale che guarda dritto negli occhi il passato, il presente e il futuro del “Caput mundi”, fotografandone pregi e difetti, luci e ombre. Il tutto all’insegna di un’unica parola chiave: realtà.          

[Alessandro Quinti] - Direttore Editoriale


Editoriale speciale 

 

Un Ferragosto qualunque, un Ferragosto romano, il peggio sembra essere passato…! 

 

Eh già, cari amici lettori, quello che ci attende è un Ferragosto qualunque, un Ferragosto italiano - e romano - parafrasando l’ottimo Sergio Caputo di qualche anno fa. Con le stelle - cadenti - che ci guardano da lassù e la Roma felliniana che in fondo non è mai sparita.

Quaggiù invece è strapresente il forte olezzo dei rifiuti del TMB Salario, corroborato dal cosiddetto “treno della vergogna”, anch’esso pieno di rifiuti in partenza non si sa per dove, ma al momento stazionario in quel di Villa Spada. Per non parlare delle buche e voragini che movimentano, vieppiù in questo momento dell’anno meno trafficato, gli spostamenti quotidiani dei cittadini residenti, favorendo lo stile di guida ondivago, zigzagato, tra un foro - romano! - e l’altro, cercando di mettere in salvo pneumatici e sospensioni!

E così, mentre il governo centrale - balneare? - è in faccende affaccendato - mostrando i muscoli e prendendo le misure della sua incerta durata -, e mentre le borse europee - e non solo - altalenano allegramente, a coloro che restano a Ferra-Agosto nella Città Eterna, affollata di turisti-bagnanti assidui delle fontane romane e di giovani provenienti da ogni angolo del Paese per ascoltare le parole del Pontefice, non resta che girare per le strade con il naso all’insù - stile "Caro diario" di Nanni Moretti - ammirando, in sempre più relativa santa pace - sono lontane anni luce le immagini della Capitale deserta dei tempi del "Sorpasso" di Dino Risi -, architetture, palazzi e quartieri di ieri e di oggi, o godendo dei molti musei finalmente aperti per l’intero mese. Tanto non c’è fretta: i supermercati non chiudono mai, e due spaghi alla gricia si possono preparare a qualunque ora!

Buon Ferragosto a tutti dunque! E speriamo che il peggio sia veramente passato!  

 

[Alessandro Quinti] - Direttore Editoriale


L’estate - romana - sta finendo…? 

 

Assolutamente no! La stagione estiva è agli sgoccioli, non l’estate romana, nel vivo delle sue tante e poliedriche iniziative e manifestazioni culturali, che ci traghetteranno, senza soluzione di continuità, verso il dolce e nostalgico autunno.

Noi di “RaccontaRoma” continueremo ad informarvi, selezionando le proposte più interessanti presenti sul territorio capitolino, fornendovi contenuti, indirizzi e link utili. Perché Roma, fuor di retorica, offre in ogni mese dell’anno le sue perle a coloro che sanno riconoscerle e apprezzarle. Ciò vale per il “sempiterno” turista a caccia di nuove emozioni ma anche e soprattutto per il cittadino residente, stabile o temporaneo che sia, per gli studenti alla ricerca di notizie e approfondimenti, per gli anziani in condizioni di vivere la Terza età all’insegna della curiosità e degli interessi più vari, oltreché per le categorie professionali maggiormente impegnate in termini di orari e/o super attive, che possono sapientemente sfruttare le pause per concedersi un ampio e rigenerante respiro.

Tutto questo, e non solo, è Roma. Molto altro ancora è “RaccontaRoma”!

Seguiteci numerosi: il viaggio è appena cominciato!  

 

[Alessandro Quinti] - Direttore Editoriale


[Turismo

 

Il record di turisti nella Capitale: un traino per l’economia italiana.  

 

Finalmente una buona novella. Gli ultimi dati forniti dal Campidoglio sui flussi turistici a Roma, relativi ad agosto 2018, segnano un’impennata in termini di presenze e qualità, rafforzando il tasso di internazionalizzazione della domanda alberghiera nella Città Eterna. Di particolare nota il numero crescente di visitatori provenienti dall'emergente Cina: un trend positivo destinato a salire ulteriormente, nonostante rimanga nettamente in testa il bacino statunitense.

L’intramontabile fascino esercitato dal Caput mundi rappresenta un asset fondamentale non solo per Roma ma, fungendo da traino di comparto, anche per la regione Lazio e per tutta l’Italia. Dalla Capitale infatti si snodano percorsi ed itinerari che coinvolgono comuni e regioni differenti. Un ottimo risultato economico dunque, diretto e indotto, che fa ben sperare per il futuro.

Roma come la regina delle città d’arte del Bel Paese. Roma città più verde d’Europa. Roma Capitale della moda e del gusto. Infine Roma come città ideale per il turismo familiare. Molti elementi che compongono una grande orchestra, pronta a suonare la migliore musica per un mercato sempre più globale e competitivo. Questo è il tema. Questa è la sfida da vincere e continuare a vincere. Un biglietto da visita come Roma è unico al mondo. Dimenticarlo, anche solo per un attimo, può fare la differenza. 

 

[Alessandro Quinti]